Economia circolare: tutti i benefici di un modello sostenibile
Ogni anno l’Italia produce circa 28,9 milioni di tonnellate di rifiuti organici urbani, una quantità impressionante che si va a sommare a quella delle altre città europee. Per contrastare il problema, l’Unione Europea si sta impegnando nella promozione dell’economia circolare, un modello economico che sostituirebbe l’attuale modello lineare di consumo e produzione di risorse in ottica sostenibile.
Scopriamo cos’è l’economia circolare, quali sono i principi fondamentali e qualche esempio virtuoso di questo modello.
Economia circolare: cos’è
L’economia circolare è un modello economico di produzione e consumo delle risorse che incentiva processi di riciclo e di riutilizzo delle materie prime ricavate dagli scarti e dai rifiuti. L’obiettivo è ridurre al minimo lo spreco di risorse estendendo il ciclo di vita dei prodotti, per evitare conseguenze negative per l’ambiente, come il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità.
Esistono 5 principi fondamentali alla base di questo modello che spiegano come un prodotto possa (e debba) essere rigenerato secondo una prospettiva circolare:
- I rifiuti non esistono: tutti i prodotti possono essere riutilizzati per crearne altri
- Prodotto come servizio: ridurre le emissioni e gli sprechi grazie a soluzioni in leasing, rental o pay-for-use
- Riciclo e riutilizzo: non trasformare i prodotti in rifiuti, ma adottare un riutilizzo circolare del prodotto
- Condivisione di beni: creare beni o servizi condivisi tra più persone per evitare il loro inutilizzo
- Sostenibilità: utilizzo di energie rinnovabili, come quelle provenienti da materiali ecosostenibili, biomasse, fotovoltaico o altre fonti di energia green
Cenni storici sull’Economia Circolare
Negli ultimi anni l’Unione Europea ha posto le basi per l’attuazione di questo modello identificando anche alcune linee guida per rendere più sostenibili ed ecologici i processi produttivi. Il Piano d’Azione dell’UE per l’economia circolare è da attuare entro il 2050.
La circular economy è un modello più che mai attuale, ma non è di recente creazione.
- Le prime teorie su un circuito circolare dei materiali applicato ai sistemi economici e ai processi industriali risale ad un articolo di Kenneth E. Boulding del 1966 (The Economics of the Coming Spaceship Earth).
- Mentre il primo tentativo di applicazione pratica della teoria risale al 2006 in Cina (promozione dell’economia circolare nell’11° Piano Quinquennale).
- Un ulteriore impulso alla promozione del modello è stato il contributo della britannica Ellen MacArtur che, nel 2010, grazie alla Ellen MacArtur Foundation (EMAF), ha mostrato le opportunità economiche del modello in scuole ed aziende.
Differenze tra modello di economia circolare e lineare
Il modello di economia circolare è stato ideato per sostituire il modello di produzione lineare tradizionale. Per comprendere al meglio le novità introdotte con il modello di economia circolare, vediamo le differenze rispetto a quello lineare.
Modello di economia lineare
Il modello di economia lineare è basato sul principio input-trasformazione-output. Ciò significa che il primo passaggio consiste nell’estrazione delle materie prime che vengono lavorate e trasformate nel prodotto finito. A questo punto, il prodotto finito viene commercializzato e diffuso tra i cittadini, che lo acquistano, lo utilizzano e lo buttano via. In questo modo, tutti i prodotti che non sono più utili diventano rifiuti, si accumulano nelle discariche ed inquinano il Pianeta.
Modello di economia circolare
Il modello di economia circolare, al contrario, si basa su un riciclo sostenibile dei prodotti realizzati. Infatti, al modello precedente vengono aggiunti la condivisione, il prestito, la riparazione, il riutilizzo e il riciclo dei materiali contenuti nei prodotti per più tempo possibile.
In questo modello, i passaggi sono concatenati e si susseguono in questo ordine:
- Reperimento materie prime
- Progettazione del prodotto
- Produzione o rifabbricazione
- Distribuzione sul mercato
- Consumo, utilizzo, riutilizzo o riparazione
- Creazione del rifiuto
- Riciclaggio del rifiuto
A questo punto, i materiali riciclati si trasformano in materie prime seconde che fanno ripartire il ciclo di produzione, mentre i materiali inutilizzati diventano rifiuti. Così facendo, non tutte le materie prime prelevate ed utilizzate si trasformano in rifiuti che inquinano il Pianeta, ma parte di esse vengono riutilizzate, abbattendo l’impronta ecologica.
Perché è importante adottare un modello di economia circolare?
Ogni anno sulla Terra vengono utilizzate molte più materie prime di quelle effettivamente disponibili, creando un deficit di risorse e un aumento dell’inquinamento. Gli studiosi tengono traccia del fenomeno identificando il Giorno di sovrasfruttamento della Terra (Earth Overshoot Day), cioè il giorno in cui la richiesta di risorse naturali dell’uomo supera le effettive risorse che il Pianeta può produrre in un anno.
Per comprendere la gravità del fenomeno ed incentivare il cambiamento, basti pensare che nel 2022 l’Earth Overshoot Day cade il 28 luglio. Ciò significa che servirebbero quasi due Pianeti per far fronte alla domanda di materie prime.
Le conseguenze sono economiche e ambientali.
- Ogni Paese ha un proprio Giorno di Sovrasfruttamento e dispone di risorse limitate. Di conseguenza, uno Stato può consumare le proprie risorse prima di un altro Stato, da cui dipenderà per l’approvvigionamento. Dal punto di vista economico, ciò significa che quando uno Stato termina le proprie risorse dovrà acquistarle da altri Stati.
- Un altro aspetto importante è quello relativo all’ambiente e all’impatto climatico. Tutti i processi di lavorazione delle materie prime causano un grosso impatto sull’ambiente relativo agli scarti di lavorazione ma anche al consumo di energia e alle emissioni di anidride carbonica nell’aria.
Principi dell’economia circolare
La Ellen MacArthur Foundation (EMF), uno dei più grandi enti operanti nel settore dell'Economia Circolare, ha delineato 3 principi guida dell’economia circolare.
- Eliminare gli sprechi e l’inquinamento: attualmente l’economia funziona con un sistema take-make-waste che non è sostenibile nel lungo periodo. È necessario un cambiamento.
- Far circolare prodotti generando il più alto valore possibile: l’obiettivo è creare dei prodotti che possono essere riutilizzati o mantenuti in uso, sia come prodotto che come componenti o materie prime. In questo modo, si mantiene il valore intrinseco del prodotto o dei materiali eliminando ogni forma di spreco. Per mantenere i prodotti e i materiali in circolo bisogna far riferimento a due cicli: quello biologico, in cui i materiali biodegradabili sono restituiti alla terra (tramite compostaggio e digestione anaerobica) e quello tecnico, in cui i prodotti vengono riutilizzati, riparati, riciclati e rigenerati.
- Rigenerare la natura: adottando un modello di economia circolare, si sostengono i processi naturali e si permette alla Terra di rigenerarsi e prosperare.
Alla base dei principi c’è il design dei prodotti realizzati. Per design non si intende la veste grafica del packaging del prodotto, ma l’intera progettazione del prodotto: ogni processo produttivo deve generare prodotti pensati e costruiti con componenti biologiche e tecniche in grado di circolare, quindi, deve essere pensato per adattarsi ai cicli tecnici e biologici dopo l’uso.
Vantaggi dell’economia circolare
Seguendo i principi dell’economia circolare e attuando il modello economico su larga scala, il Pianeta beneficerebbe di tantissimi vantaggi, tra cui:
- Riduzione della pressione sull’ambiente
- Maggiore disponibilità di materie prime
- Aumento della competitività
- Aumento dell’occupazione
- Impulso all’innovazione e alla crescita economica
- Riduzione delle emissioni totali di gas serra annuali
- Riduzione della produzione di rifiuti.
Esempi virtuosi di economia circolare
Il modello di economia circolare vede protagonisti principalmente Amministrazioni Pubbliche e Governi, responsabili del territorio, e le imprese, che hanno il dovere di coniugare i risultati economici con le esigenze dell’ambiente. Ma anche la stessa società ha un ruolo fondamentale, dal momento che, con le proprie scelte, può orientare l’economia.
Ogni individuo deve essere consapevole di avere una parte attiva nel sistema e di poter fare molto con i piccoli gesti quotidiani per sostenere il modello di economia circolare.
Vediamo qualche esempio pratico:
- Acquistare consapevolmente: è fondamentale scegliere prodotti che prediligono l’economia circolare e che sono realizzati con materiali riciclabili.
- Consumare in modo responsabile: quando qualcosa si rompe è opportuno provare a ripararla invece di gettarla via immediatamente, alimentando un circolo vizioso di incremento di rifiuti e nuovi acquisti.
- Condividere: spesso acquistiamo prodotti destinati ad essere utilizzati poche volte per poi essere gettati o accantonati. In questi casi è opportuno valutare l’opzione della condivisione (o sharing) di prodotti e servizi.
- Riciclare: gli oggetti che non possono essere più utilizzati o condivisi possono proseguire il proprio ciclo di vita con una corretta raccolta differenziata o con il riciclo creativo.
Per quanto riguarda le aziende, esistono molti esempi di modelli di economia circolare da cui prendere spunto. Vediamone qualcuno.
- Filiera circolare: aziende le cui forniture di risorse provengono solo da fonti rinnovabili, dal riutilizzo e da materiali riciclati, riciclabili o biodegradabili
- Recupero e riciclo di risorse: aziende che basano la produzione sul recupero e sul riutilizzo dei prodotti scartati e degli output della produzione
- Estensione della vita del prodotto: aziende che commercializzano prodotti pensati per durare a lungo nel tempo, offrendo e facilitando interventi di manutenzione, sostituzione delle componenti e aggiornamento delle funzioni.
- Prodotti come servizio: le aziende offrono un servizio per l’utilizzo di determinato prodotto, con servizi di mantenimento e manutenzione, per disincentivare l’acquisto e lo spreco.
- Piattaforme di condivisione: aziende che mettono in contatto i proprietari di prodotti inutilizzati con individui che vorrebbero utilizzarli, per consentire l’utilizzo del prodotto da più persone.
Anche le aziende del settore energia, in ottica di Economia Circolare, possono contribuire alla riduzione del riscaldamento climatico globale e alle emissioni di anidride carbonica nell’ambiente. ENGIE, ad esempio, è impegnata a raggiungere la carbon neutrality entro il 2045, in anticipo rispetto a quanto previsto per il settore.
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