La riparazione degli elettrodomestici diventa un diritto da salvaguardare
I tempi di ristrettezze economiche e di facile sostituzione di un oggetto con un altro, si parla sempre più spesso del diritto alla riparazione degli elettrodomestici. Un diritto inteso come libertà di combattere quella obsolescenza imperante, che ci induce ad acquistare dispositivi nuovi, quasi escludendo la possibilità di riparare quelli già in nostro possesso. Ne parliamo in questo articolo.
La libertà di decidere di riparare gli elettrodomestici
Il diritto alla riparazione può diventare una vera e propria forma di tutela del consumatore che può esercitare la propria libertà di non sprecare, decidendo di far riparare un elettrodomestico e quindi di continuare ad usarlo, piuttosto che acquistarne uno nuovo.
Il problema sorge perché spesso ci si trova davanti una serie di ostacoli come tecnici specializzati introvabili, pezzi di ricambio non disponibili, costi della riparazione addirittura superiori a quelli di un nuovo prodotto.
Il risultato? Tantissimi elettrodomestici vengono sostituiti in media dopo cinque anni dall’acquisto. Un tempo davvero breve se lo si paragona al tempo medio di utilizzo, e quindi di vita, che in epoche passate caratterizzava gli elettrodomestici di uso comune.
Cos’è l’obsolescenza precoce o programmata
L’obsolescenza precoce o programmata è la pratica commerciale che volutamente riduce il ciclo vitale di determinati prodotti per sollecitare l’acquisto di modelli appena usciti sul mercato.
Da qui la necessità ormai impellente di garantire ai consumatori il diritto alla riparazione, rendendole di fatto maggiormente accessibili e convenienti. Un esempio? Estendendo la garanzia sulle parti di ricambio o favorendo l’accesso alle informazioni riguardo riparazione e manutenzione degli apparecchi elettrici ed elettronici. Il futuro non sarà più di quei prodotti con cicli di vita brevi o sprovvisti di un’apposita etichetta che riporti durata e indice di prestazioni ambientali.
Il diritto di riparare gli elettrodomestici arriva al Parlamento Europeo
Nella stragrande maggioranza dei casi gli apparecchi elettrici ed elettronici in commercio sembrano prodotti appositamente per far trionfare l’obsolescenza, nonostante i passi da gigante fatti dall’innovazione tecnologica. Tutto questo impone di pensare ad una legge, in grado di tutelare anche il diritto alla riparazione.
A tal proposito il Parlamento Europeo, in seguito a numerose sollecitazioni, lo scorso novembre ha deciso di approvare una risoluzione non legislativa per salvaguardare il diritto alla riparazione, right to repair. Si tratta di una raccomandazione, non una vera e propria legge quindi, un suggerimento che la Commissione avrà il compito di tradurre in norma da far rispettare a tutti gli stati membri dell’Unione.
Il Parlamento Europeo, quindi, chiede un indice di riparabilità e un’etichettatura obbligatoria contro l’obsolescenza prematura o programmata. Il processo si preannuncia lungo, anche se il voto dei parlamentari europei è stato quasi unanime: 395 i favorevoli e solo 94 i contrari.
Indice di riparabilità
In attesa della normativa europea i Paesi possono già cominciare a muoversi autonomamente. Lo ha già fatto, ad esempio, la Francia introducendo il diritto alla riparazione.
Basta dotare gli apparecchi elettrici ed elettronici di un’etichetta che riporti l’indice di riparabilità. In questo modo, più un prodotto è riparabile, più aumenta il suo valore di partenza.
I criteri per l’assegnazione di questo indice sono diversi.
- Innanzitutto è necessario fornire un’apposita documentazione sull’elettrodomestico con relativa garanzia.
- Garantire l’accessibilità allo smontaggio, ma anche e soprattutto l’accessibilità ai pezzi di ricambio a dei prezzi non speculativi.
Riparazione elettrodomestici e impatto ambientale
Oltre ad avere positive ripercussioni in termini economici e dunque di risparmio, il diritto alla riparazione, quando esercitato, può avere anche un notevole impatto sull’ambiente.
Aumentare la vita di cellulari, pc, aspirapolveri, lavatrici ed altri apparecchi elettronici, consente di:
- risparmiare tonnellate di emissioni di CO2;
- ridurre la quantità di rifiuti elettronici da smaltire.
Insomma: un prodotto riparabile è un prodotto sostenibile.