Definizione, principi e vantaggi dell’agricoltura sostenibile
Il termine “agricoltura sostenibile” indica un modello di agricoltura in grado di soddisfare il fabbisogno delle comunità nel pieno rispetto delle risorse naturali, sia per quanto riguarda il loro sfruttamento che nel rifiuto dell'impiego di sostanze inquinanti. Ma quali sono principi fondamentali di questo approccio? E quali sono i principali vantaggi? Ne parliamo in questo articolo.
Agricoltura sostenibile: definizione e significato
L'agricoltura sostenibile comprende una moltitudine di pratiche diverse per ogni comunità. Ma, cercando un punto d’incontro tra queste, troviamo il rifiuto dell'approccio industriale della produzione alimentare così come si è delineato nel Ventesimo secolo. Un sistema basato sulle monocolture, sull’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici e sulla meccanizzazione, processi che hanno reso il cibo economico e abbondante, ma che hanno anche avuto effetti devastanti sull'ecosistema.
Risorse idriche vicino all'esaurimento, suoli e falde acquifere contaminati, piogge acide, deforestazione, perdita della biodiversità e conseguenti cambiamenti climatici, sono gli effetti ecologici, a cui si affiancano quelli sociali, che vedono lo sfruttamento della manodopera del settore in tutto il mondo, in particolare nei luoghi dove i lavoratori sono meno tutelati.
Il modello dell’agricoltura sostenibile vuole rispondere ai problemi causati dall'agricoltura intensiva industrializzata con un sistema nuovo di produzione alimentare che soddisfi le esigenze delle comunità limitando gli effetti dannosi dell’agricoltura così com’è oggi. L'agricoltura sostenibile mira ad assicurare il benessere della popolazione a livello mondiale, salvaguardando le risorse umane ed economiche impiegate nella filiera della produzione alimentare e, allo stesso tempo, proteggendo le risorse coinvolte in modo da non danneggiare le generazioni future.
I 5 principi dell’agricoltura sostenibile
La FAO (Food and Agricolture Organization) ha identificato cinque principi cardine su cui vanno costruite le pratiche dell'agricoltura sostenibile del domani. La visione della FAO di un’agricoltura sostenibile vorrebbe un futuro in cui il cibo è nutriente e accessibile a tutti, e in cui le risorse sono gestite in modo da mantenere le funzioni dell’ecosistema e soddisfare i bisogni umani attuali e futuri. In questa visione, le voci di contadini, pescatori e pastori sono ascoltate, e tutti gli attori delle aree rurali traggono benefici dallo sviluppo economico e godono di un impiego dignitoso.
I 5 principi dell’agricoltura sostenibile sono:
- Aumentare la produttività, l’occupazione e il valore aggiunto nei sistemi alimentari
- Proteggere e valorizzare le risorse naturali
- Migliorare i mezzi di sussistenza e promuovere una crescita economica inclusiva
- Migliorare la resilienza delle persone, delle comunità e degli ecosistemi
- Adattare la governance alle nuove sfide
Le tecniche di coltivazione sostenibile
L’agricoltura sostenibile si concretizza in diverse forme e le sue tecniche di coltivazione possono variare in base alle esigenze delle comunità.
Di seguito sono riportate le tecniche di coltivazione sostenibile più note.
- Il primo modello di sostenibilità nell’agricoltura è quello biologico. L’agricoltura biologica è un metodo agricolo mirato a produrre alimenti con sostanze e processi naturali, così da avere un impatto ambientale limitato. L’agricoltura biologica bandisce l’utilizzo di fertilizzanti e insetticidi chimici, adoperando solo sostanze naturali.
- L’agricoltura biodinamica è un approccio olistico all’azienda agricola, dove la salute e il benessere degli animali, i contadini, la fattoria e la terra sono pensati come parte integrante dello stesso ecosistema autosufficiente. Questo tipo di coltivazione fa uso delle rotazioni agricole, usa il calendario lunare per semine e operazioni colturali, sfrutta compostaggio e preparati biodinamici e impiega lavorazioni del terreno non distruttive.
- La permacultura è invece un insieme di pratiche agricole mirate alla progettazione e gestione di paesaggi antropizzati in grado di soddisfare i bisogni alimentari ed “energetici” della popolazione tutelando la naturale fertilità del terreno.
- Gli ecovillaggi sono comunità che mirano all’autosufficienza alimentare e aderiscono a stili di vita improntati sulla sostenibilità e sul basso impatto ambientale, e si incrociano spesso con il modello dell’agricoltura solidale, in cui i prodotti vengono coltivati su terreni liberi dallo sfruttamento dei lavoratori e da estorsioni e mafie che, troppo spesso, sono intrecciate alla produzione agricola.
Agricoltura sostenibile in Italia
Terza per valore di produzione nell’Unione Europea, l’agricoltura italiana ha registrato un miglioramento del livello di sostenibilità, così come misurato dal rapporto AGRIcoltura100 2022, il progetto che misura la sostenibilità delle imprese nel settore primario. Le imprese agroalimentari sostenibili in Italia, infatti, vengono definite come aziende che hanno fatto della sostenibilità una scelta consapevole e che investono in innovazione più delle altre.
L’azienda agricola sostenibile tipo italiana, inoltre, non cura solo l’aspetto ambientale, ma pone attenzione anche sulla responsabilità sociale dell’impresa verso lavoratori e comunità locali, l’impegno nella tutela del patrimonio aziendale, delle persone e dell’ambiente dai rischi che li minacciano.
Verso la sostenibilità si è orientato anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nell’incontro tra PNRR e agricoltura sostenibile, infatti, si trovano stanziamenti per il settore agro-alimentare, tra cui 880 milioni di euro destinati ad aumentare la resilienza dei sistemi irrigui e potenziarne l’efficienza.
Ognuno di noi può fare qualcosa quotidianamente per ridurre il proprio impatto ambientale: ad esempio, scegliendo prodotti provenienti da agricoltura sostenibile, riducendo gli sprechi di cibo e di risorse idriche, scegliendo di utilizzare energia proveniente da fonti rinnovabili.
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