Il teleriscaldamento rappresenta una delle nuove frontiere dell’efficienza energetica: un sistema di riscaldamento pulito, sicuro e sostenibile, che nei prossimi anni potrebbe sostituire, dove possibile, i sistemi tradizionali nei singoli appartamenti di un edificio. In Italia riscalda già circa 3 milioni di italiani, ma proviamo a capire meglio cos’è il teleriscaldamento, come funziona, quanto si può risparmiare e quali sono i suoi pro e contro.

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Teleriscaldamento: ecco cos’è e quali sono pro e contro

Teleriscaldamento: ecco cos’è e quali sono pro e contro

Il teleriscaldamento rappresenta una delle nuove frontiere dell’efficienza energetica: un sistema di riscaldamento pulito, sicuro e sostenibile, che nei prossimi anni potrebbe sostituire, dove possibile, i sistemi tradizionali nei singoli appartamenti di un edificio. In Italia riscalda già circa 3 milioni di italiani, ma proviamo a capire meglio cos’è il teleriscaldamento, come funziona, quanto si può risparmiare e quali sono i suoi pro e contro.

Teleriscaldamento: cos’è

Scambiatori termici e tubazioni interrate che trasportano il calore a ciascuna unità abitativa potrebbero presto sostituire i tradizionali sistemi di riscaldamento. Si chiama teleriscaldamento ed è un sistema innovativo, economico, sicuro e pulito per riscaldare casa o per produrre acqua calda sanitaria.

Il calore viene generato da centrali di cogenerazione, poi immesso nella rete di distribuzione, infine, distribuito fino alle singole abitazioni.  

Il decreto legislativo 102/2014 definisce teleriscaldamento “qualsiasi infrastruttura di trasporto dell’energia termica da una o più fonti di produzione verso una pluralità di edifici o siti di utilizzazione, realizzata prevalentemente su suolo pubblico, finalizzata a consentire a chiunque interessato, nei limiti consentiti dall’estensione della rete, di collegarsi alla medesima per l’approvvigionamento di energia termica per il riscaldamento o il raffreddamento di spazi, per processi di lavorazione e per la copertura del fabbisogno di acqua calda sanitaria” e precisa che una rete di teleriscaldamento efficiente deve usare, in alternativa:

  • almeno il 50% di energia derivante da fonti rinnovabili,
  • il 50% di calore di scarto,
  • il 75% di calore cogenerato,
  • oppure il 50% di una combinazione delle precedenti.

Teleriscaldamento: come funziona

Come funziona il teleriscaldamento? Il cuore del suo funzionamento sono le centrali di cogenerazione, in grado di garantire la produzione combinata di energia elettrica e termica  partendo da un’unica fonte energetica, rinnovabile o non rinnovabile (combustibili fossili come il gas naturale, il GPL e il gasolio o combustibili organici come biogas, biometano, olio vegetale e biomasse).  

Un impianto di TLR (teleriscaldamento) è composto da tre elementi essenziali

  1. una centrale termica addetta alla produzione di calore, solitamente in cogenerazione con l’energia elettrica;
  2. una rete di tubazioni di “mandata”, che trasporta il calore fino al consumatore finale;
  3. un sistema di tubature di “ritorno”, che riportano il fluido freddo alla centrale.

Vediamo le principali tappe del suo funzionamento

  • La produzione. La produzione di calore avviene tramite centrali di cogenerazione, sistema che consente di recuperare il calore altrimenti disperso nelle tradizionali centrali termoelettriche durante il processo di produzione di energia elettrica.  La produzione è centralizzata, il che comporta una maggiore efficienza rispetto alle caldaie individuali in ogni edificio, poiché è possibile ottimizzare meglio il processo di combustione e il recupero di calore.
      
  • La distribuzione. Una volta prodotto il calore viene trasportato attraverso l’acqua immessa (temperature comprese tra i 90 e i 120 gradi) in una rete di tubazioni interrate che raggiungono i vari edifici collegati al sistema. 
     
  • Lo scambio di calore. Quando il liquido arriva a destinazione nelle singole abitazioni, cede il calore all’impianto grazie a un sistema di scambiatori termici che sostituiscono le tradizionali caldaie. Lo scambiatore preleva il calore dal fluido termovettore (solitamente acqua calda o vapore) e lo cede a quello presente nel sistema di riscaldamento interno dell'edificio, producendo anche l’acqua calda per uso igienico sanitario.
     
  • Il ritorno e recupero. L'acqua raffreddata, dopo aver ceduto il calore agli ambienti da riscaldare, viene rispedita attraverso la rete di tubazioni alla centrale di produzione, dove sarà nuovamente riscaldata per iniziare un nuovo ciclo. 

Teleriscaldamento in Italia

Secondo un rapporto dell’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano del 2014 “il teleriscaldamento è maggiormente sviluppato nel nord Italia, tra Piemonte e Lombardia, e copre circa il 3% del fabbisogno nazionale di domanda per il riscaldamento”. Dati confermati qualche anno dopo dal report 2022 del GSE in base al quale alla fine del 2020 in Italia risultavano:

  • in attività 337 reti di teleriscaldamento, di cui la metà concentrata nei 114 comuni teleriscaldati della Lombardia e del Piemonte;
  • mentre erano 284 i territori comunali in cui esisteva almeno una rete;  
  • le regioni interessate erano 13, tutte del centro e nord Italia. 

Ma scopriamo qualche dato interessante su alcune città italiane.

  • La prima città a dotarsi di una rete di teleriscaldamento è stata Brescia nel 1971. 
  • Subito dopo Torino, che attualmente la città più teleriscaldata di Europa: qui nel 2014 correvano 368 km di tubature per un totale di 40 milioni di metri cubi, e oggi almeno il 70% delle abitazioni torinesi è servita dal teleriscaldamento.
  • Anche Milano non è da meno, con 3 sistemi principali di teleriscaldamento: la centrale a Tecnocity nell’area Bicocca, alimentata dal recupero del calore altrimenti disperso proveniente dalla centrale termoelettrica di Sondel, dal calore recuperato dal termovalorizzatore del CORE (Consorzio Recuperi Energetici) e dal recupero del calore dai fumi di scarico dei forni di fusione dell’impianto Vetrobalsamo, provvede al riscaldamento dell’area di Milano Nord; l’impianto di Canavese, che produce energia elettrica e calore in cogenerazione e la centrale dell’aeroporto di Linate alimentano invece la zona di Milano Est; il termovalorizzatore Silla 2 e l’impianto di “Famagosta” serve i quartieri di Milano Ovest. 

Vantaggi e svantaggi del teleriscaldamento

Dall'efficienza energetica alla riduzione delle emissioni di gas serra: così il teleriscaldamento contribuisce in modo concreto alla costruzione di comunità più sostenibili.  

Ma il teleriscaldamento conviene? Per capirlo è necessario analizzarne pro e contro. 

Partiamo elencando i vantaggi del teleriscaldamento. 

  • Efficienza energetica. A differenza dei sistemi di riscaldamento tradizionali, che spesso coinvolgono caldaie individuali in ciascun edificio, il teleriscaldamento permette di centralizzare la produzione di calore. Questo consente di sfruttare meglio il calore residuo proveniente da fonti come centrali elettriche o impianti industriali, riducendo gli sprechi e ottimizzando l'utilizzo dell'energia.
  • Riduzione dei costi. Una maggiore efficienza si traduce in una minore dipendenza da fonti energetiche convenzionali e in una riduzione dei costi complessivi per gli utenti finali. 
  • Riduzione delle emissioni di CO2. Il teleriscaldamento può combinarsi facilmente con fonti di energia rinnovabile, inoltre la produzione di calore si sposta dalla singola caldaie di ciascuna unità abitativa a un’unica fonte centralizzata dove è possibile attuare controlli più rigorosi sulle emissioni. 
  • Abbattimento dei costi di acquisto e manutenzione. Il consumatore non dovrà occuparsi più dell’acquisto di una caldaia, né quindi delle spese per la manutenzione periodica. 
  • Meno ingombri. La classica caldaia viene sostituita da uno scambiatore che occupa meno spazio pur garantendo la stessa potenza. 
  • Più sicurezza in casa. Niente più pericoli derivanti da possibili fughe di gas, vista l'assenza di combustibili. 

Non mancano tutta via gli svantaggi, ecco i principali ostacoli alla realizzazione di un sistema di teleriscaldamento. 

  • Costi elevati. La costruzione delle reti di distribuzione, delle centrali termiche e degli scambiatori di calore ha bisogno di investimenti significativi. 
  • Ammortamento. I tempi per rientrare dall’investimento sono molto lunghi, fino anche a 15 anni.
  • Impianti rumorosi. 
  • Distanza dalle fonti di calore. Perché un sistema di teleriscaldamento funzioni efficacemente, le abitazioni devono trovarsi in prossimità delle centrali. Ma non sempre è così: se gli edifici sono ubicati in luoghi eccessivamente distanti dalla sorgente primaria, possono verificarsi perdite di calore lungo la rete, aumentando i costi e riducendo l’efficienza. 
  • Densità abitativa elevata. È la condizione necessaria per poter ammortizzare dei costi particolarmente elevati. 
  • Dipendenza da una singola fonte di calore. Se la fonte principale per la produzione di calore dovesse subire problemi o interruzioni, ne risentirebbero tutti gli utenti collegati alla rete. Solo la diversificazione delle fonti di calore può ridurre questo rischio. 
  • Rischio di interruzioni. In caso di malfunzionamenti o guasti nella rete di teleriscaldamento, l'erogazione del calore può essere interrotta per l'intera zona servita. Questo può causare disagi agli utenti e richiedere tempi significativi per le riparazioni. 

Nonostante gli attuali limiti, il teleriscaldamento rappresenta un'alternativa efficiente e sostenibile rispetto ai sistemi tradizionali, consentendo la distribuzione centralizzata di energia termica da fonti rinnovabili, riducendo gli impatti ambientali e promuovendo l'efficienza energetica su larga scala.

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