Gas Naturale: scopriamo di più su caratteristiche, origini e utilizzo
Recentemente uno degli argomenti maggiormente trattati in tema di risorse energetiche è quello del gas naturale. Ma che cos’è esattamente il gas naturale, e che cosa dobbiamo sapere di questo combustibile tanto ambito? Andiamo a scoprirne le caratteristiche, le origini, dove si trova, come viene estratto e come viene poi distribuito, in particolare in Italia.
Che cos’è il gas naturale?
Il gas naturale è un combustibile fossile, ossia un combustibile che deriva dalla trasformazione di sostanza organica tramite reazioni naturali sviluppate in lassi di tempo estremamente lunghi, durati milioni di anni.
Dopo il carbone e il petrolio, il gas naturale è stato l'ultimo combustibile fossile ad affermarsi nel mondo. Tuttavia, dal momento che rilascia una minore impronta carbonica rispetto agli altri combustibili fossili, è parte della conversazione riguardante le alternative energetiche “relativamente” pulite (accanto alle energie rinnovabili).
Il gas naturale è composto da una miscela di idrocarburi, principalmente metano, e da altre sostanze gassose: anidride carbonica, azoto, idrogeno solforato e, in alcuni casi, elio, radon e cripton.
Il gas naturale di cui parliamo è composto per la maggior parte da metano. Il metano è un gas più leggero dell'aria, non ha colore né odore e non è tossico. Quando è miscelato con l'aria a una determinata concentrazione, il metano diventa infiammabile.
Qual è la differenza tra gas naturale, metano e GPL?
Gas naturale e metano sono la stessa cosa agli occhi di molti e, a loro volta, vengono talvolta confusi con il GPL. In realtà, ognuno di questi gas presenta caratteristiche decisamente diverse.
- Come abbiamo visto, il gas naturale è una miscela di vari gas prodotti dalla decomposizione di sostanze organiche in assenza di ossigeno. È composto da metano in una percentuale maggioritaria, che va dal 75 al 95%, mentre, per la restante parte, è costituito da un mix di altri idrocarburi.
- Il metano, quindi, è una parte del gas naturale, ma non l’unica. Si tratta di un idrocarburo con una struttura semplice: un atomo di carbonio e quattro di idrogeno. È un combustibile più pulito rispetto al petrolio. Si tratta del gas che arriva nelle nostre case.
- La sigla GPL, invece, indica il gas di petrolio liquefatto, una sostanza molto diversa dal gas metano. Il GPL è una miscela di idrocarburi, principalmente butano e propano. Può essere trasformato in un liquido a temperatura ambiente quando sottoposto a una pressione contenuta di 2-8 bar, che ne riduce il volume e rende più agevole il suo trasporto e conservazione. Si tratta del gas che utilizziamo anche nelle bombole.
Come si forma il gas naturale?
Tutte le riserve di gas naturale che abbiamo sul Pianeta si sono formate tramite un lento processo naturale durato milioni di anni. Il gas naturale, infatti, ha origine negli strati di roccia porosa del sottosuolo della crosta terrestre e viene prodotto da un processo chimico-fisico di mineralizzazione delle sostanze organiche di origine vegetale e animale depositatesi sui fondali marini, insieme ai sali marini e a detriti trasportati fino al mare dai corsi d’acqua dolce.
Una volta depositatasi sul fondale marino, la materia organica rimane intrappolata nella cavità della roccia, sfuggendo così al processo di decomposizione naturale. Qui, nel corso di milioni di anni, le specifiche condizioni di temperatura e di pressione trasformano le sostanze organiche in idrocarburi, tramite un processo di mineralizzazione e di fossilizzazione a cui dobbiamo non solo il gas naturale, ma anche il carbone e il petrolio.
I giacimenti di gas naturale possono trovarsi in giacimenti indipendenti o nella parte superiore dei giacimenti di petrolio, dove è intrappolato in rocce arenarie (o di simili qualità), immediatamente al di sotto di uno strato di roccia impermeabile.
In quali Paesi si trova il gas naturale?
Ora che abbiamo capito come la formazione del gas naturale non abbia fondamentali variazioni rispetto a quella degli altri combustibili fossili, è facile capire che le maggiori riserve di gas naturale si trovino in corrispondenza delle aree geografiche più ricche di petrolio.
Russia, Iran e Qatar detengono più della metà delle riserve di gas naturali mondiali, per quanto lo sfruttamento dei giacimenti non corrisponda necessariamente alla quantità della materia prima posseduta. Con il 40% delle riserve di gas mondiali, per esempio, il Medio Oriente estrae appena il 16% del gas consumato in un anno in tutto il mondo. Al contrario, Europa e Stati Uniti estraggono gas a ritmi sostenuti in rapporto alle modeste riserve disponibili.
Per quanto siamo ragionevolmente sicuri che esistano ancora numerosi giacimenti di gas naturale ancora non sfruttati né conosciuti, sappiamo anche che, considerate le riserve mondiali conosciute fino ad oggi e il ritmo di sfruttamento attuale, questa preziosa risorsa sarà destinata a esaurirsi nel giro di pochi decenni.
Gas naturale: dall’estrazione alla distribuzione
Il gas naturale non è una risorsa facilmente individuabile e il suo trasporto e la sua distribuzione sono diventati possibili solo da un tempo relativamente recente.
Per più di un secolo dopo la sua scoperta, infatti, il gas naturale veniva semplicemente liberato in superficie e fatto bruciare: una pratica che ne ha mandato letteralmente in fumo miliardi e miliardi di metri cubi.
Ricerca ed estrazione del gas naturale
La ricerca di gas naturale inizia con l’individuazione di formazioni geologiche che rispondono alle caratteristiche geologiche dei giacimenti, che vengono poi studiate tramite la tecnica del metodo sismico a riflessione.
Se i risultati suggeriscono che il sito potrebbe produrre gas naturale, si procede con una prima perforazione per esaminare la qualità del giacimento.
Quando l’investimento viene considerato profittevole, si procede con la trivellazione del terreno e l’estrazione del gas, che viene normalmente fatto fluire verso la superficie, dove infine viene raccolto.
Trattamento e trasporto del gas naturale
Se umido, il gas naturale deve essere trattato prima di poter essere stoccato e distribuito. Durante il trattamento, il metano viene separato dagli altri idrocarburi gassosi, destinati ad essere venduti separatamente.
- I gas umidi (propano, butano ed etano) in forma liquida vengono immessi in bombole e usati a scopo domestico e industriale.
- Il metano, invece, viene trasportato per la distribuzione diretta tramite navi metaniere (sulle quali viene trasportato nel suo stato liquido, il GNL) oppure, più spesso, viene distribuito tramite i gasdotti, che ne permettono il trasporto in grandi quantità, a una velocità di 20-30 chilometri orari. I gasdotti vengono costruiti per essere a prova di perdite e corrosione, per poi essere interrati.
- Per quanto riguarda invece il GNL, ossia il gas naturale allo stato liquido, questo ha bisogno di essere riportato al suo stato gassoso prima di poter essere utilizzato. Questa operazione viene compiuta attraverso appositi impianti chiamati rigassificatori.
Da dove arriva il gas naturale utilizzato in Italia?
Nel 2021, è stato valutato che oltre il 95% del gas naturale consumato in Italia è stato importato dall’estero.
Il principale fornitore di questo combustibile è stata la Russia, seguita da Algeria, Azerbaijan, Qatar, Libia e Norvegia e, in misura minore, anche da altri Paesi, tra cui Paesi Bassi, Stati Uniti ed Egitto.
Dove si trova il gas naturale in Italia?
Il fatto che l’Italia lo importi dall’estero, non vuol dire che il nostro Paese non abbia giacimenti di gas naturale. Al contrario, sul territorio nazionale esistono circa 1300 giacimenti attivi, di cui 514 pozzi eroganti (cioè in utilizzo).
I principali giacimenti di gas naturale nei confini italiani si trovano nella porzione settentrionale e centrale del Mar Adriatico, di fronte alle coste di Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Molise, oltre che nel Canale di Sicilia. Questi, però, nel 2021 hanno fornito soltanto 3,34 miliardi di metri cubi di gas naturale, contro i 76,1 totali che sono stati consumati nello stesso periodo. Una quantità decisamente inferiore rispetto a quella estratta fino a qualche decennio fa.
Oltre alle questioni ambientali, la riduzione della capacità estrattiva del nostro Paese, comunque, dipende da motivazioni molto pratiche: per la variazione di capacità e di tempistiche necessarie per l’estrazione, ma anche per l’aumento nel tempo del costo di estrazione da un singolo giacimento. Fattori che possono finire col rendere svantaggiosa l’operazione.
Tuttavia l’obiettivo del nostro Paese è raggiungere la produzione di 5 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno entro il 2024. Si tratta di una quantità di gas comunque insufficiente per soddisfare il fabbisogno interno, che rende l’Italia necessariamente dipendente dalle forniture estere.
Esistono 7 punti di ingresso per il gas naturale di produzione estera che viene importato in Italia. Questi si trovano nelle località di Tarvisio, Gorizia, passo Gries, Mazara del Vallo e Gela. Il GNL viene invece riportato al suo stato gassoso tramite tre gassificatori: uno a terra, a Panigaglia (La Spezia), e due in mare, a Livorno e a Porto Viro, in provincia di Rovigo.
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