Prescrizione bolletta luce e gas: ecco tutto ciò che devi sapere
Conoscere i termini per la prescrizione della bolletta della luce o del gas è importante quando, per impossibilità di pagare il saldo o per semplice dimenticanza, non è stata pagata una bolletta inviata dal proprio fornitore. Una situazione che, soprattutto dopo i recenti rincari delle bollette, molte famiglie e PMI si sono trovate a fronteggiare. Non tutti sanno, però, che le bollette vanno in prescrizione e che, dunque, se una bolletta non viene pagata entro il termine stabilito, il debito viene considerato estinto. Conoscere i tempi di prescrizione delle bollette, dunque, può rivelarsi molto utile per evitare sanzioni.
Vediamo, allora, cosa si intende per prescrizione della bolletta luce e gas, quali sono i termini stabiliti dalla legge e quando non si è obbligati a pagare, ma anche cosa succede in caso di mancato pagamento.
Cosa si intende per prescrizione bolletta luce e gas?
La prescrizione delle bollette di luce e gas si riferisce al termine dopo il quale il fornitore di energia perde il diritto di richiedere il saldo di bollette non pagate. Come chiarito dall’art. 2934 del Codice Civile: ogni diritto si estingue per prescrizione, quando il titolare non lo esercita per il tempo determinato dalla legge.
In altre parole, se la richiesta di pagamento viene sollecitata dopo un certo periodo dalla scadenza, il fornitore non può più pretendere il pagamento e il debito viene considerato estinto. Se, invece, la richiesta viene fatta entro tale limite, si è tenuti a pagare l’importo dovuto con la possibilità, nel caso di somme molto elevate, di richiedere una rateizzazione del debito.
Il termine di prescrizione per le bollette di luce e gas varia a seconda delle normative e delle leggi di ogni Paese. Di solito, questo periodo di prescrizione è di alcuni anni a partire dalla data di emissione della bolletta.
Negli anni, in Italia, sono state operate alcune modifiche in merito a tali termini ed è importante conoscerli per sapere quando il pagamento non è dovuto e quando, al contrario, è obbligatorio saldare il proprio debito.
Qual è la differenza tra prescrizione e decadenza di una bolletta?
Prima di analizzare tutti i termini previsti nel nostro Paese per la prescrizione delle bollette di luce e gas, è bene chiarire la differenza che intercorre tra decadenza e prescrizione, in quanto spesso questi due termini vengono confusi.
Decadenza e prescrizione sono due concetti che riguardano il diritto del fornitore di energia di richiedere il pagamento delle bollette non pagate. Vi è, però, una differenza sostanziale tra questi due termini.
- Infatti, la decadenza riguarda il termine entro il quale il fornitore può intraprendere azioni legali per richiedere il pagamento. Quindi, se il fornitore non intraprende azioni legali entro il termine di decadenza, perde il diritto di richiedere il pagamento delle bollette non pagate.
- La prescrizione, invece, si riferisce al termine entro il quale il fornitore perde il diritto di richiedere il pagamento delle bollette non pagate. Dopo il periodo di prescrizione, il debito viene considerato estinto e il fornitore non può più pretendere il pagamento.
Come funziona la prescrizione bollette luce e gas?
Come già accennato, la normativa sulla prescrizione delle bollette di luce e gas è cambiata negli anni, apportando maggiori vantaggi per i consumatori.
Originariamente, il tempo di prescrizione delle bollette era pari a 5 anni.
L’ARERA (Autorità di Regolazione per Reti Energia e Ambiente) ha modificato tali termini, confermati anche dalla Legge di Bilancio 2020, riducendo tale periodo a 2 anni.
In particolare, vanno tenute in considerazione delle date specifiche.
- Infatti il termine di prescrizione è di 2 anni per:
- Le bollette luce emesse a partire dal 1° marzo 2018;
- Le bollette gas emesse a partire dal 1° gennaio 2019;
- Le bollette dell’acqua a partire dal 1° gennaio 2020.
- Per le bollette precedenti, invece, valgono i 5 anni originari.
Di norma, il termine di prescrizione viene calcolato a partire dal giorno successivo alla data di scadenza della bolletta e, quando questo cade in un giorno festivo, si calcola a partire dal primo giorno utile (non festivo).
È importante sapere, però, che la prescrizione può essere interrotta da determinati eventi, come ad esempio un sollecito di pagamento o una comunicazione scritta da parte del fornitore di energia. In tali casi, il termine di prescrizione può essere azzerato e ricominciare a decorrere da ogni interruzione.
I nuovi termini di prescrizione si dimostrano maggiormente vantaggiosi per i consumatori, specialmente per le bollette appesantite dai conguagli, cioè gli importi che i fornitori riportano in bolletta per recuperare delle somme derivate dal conteggio dei consumi effettivi. La prescrizione per i conguagli con la riduzione a 2 anni è riconosciuta a utenti domestici e microimprese, cioè le aziende con meno di 10 dipendenti oppure con bilancio annuo inferiore a 2 milioni di euro.
Come contestare la prescrizione di una bolletta?
Qualora venga richiesto il pagamento di una bolletta caduta in prescrizione, il consiglio è quello di avanzare una contestazione.
Ovviamente, ciò va fatto solo dopo aver verificato che la bolletta sia al di fuori del periodo di prescrizione, facendo riferimento alle date e ai termini che abbiamo indicato in precedenza.
Dopo aver effettuato le dovute verifiche, è possibile inviare una comunicazione scritta al fornitore. Il consiglio è di inviare tale comunicazione tramite raccomandata A/R, fax oppure PEC (posta elettronica certificata). Inoltre, sarebbe utile che la comunicazione riportasse alcune informazioni fondamentali, in particolare:
- i dati dell’intestatario e dell’utenza;
- la copia del documento d’identità dell’intestatario;
- il codice POD o il codice PDR presenti, rispettivamente, sulla bolletta della luce e sulla bolletta del gas;
- il motivo del reclamo;
- la fattura o il sollecito ricevuto oltre i termini;
- l’eventuale ricevuta o prova del pagamento se la bolletta è già stata pagata.
Cosa succede se non si paga una bolletta della luce o del gas
Considerando che la prescrizione della bolletta della luce o del gas prevede tempi abbastanza lunghi, vediamo, in linea generale, cosa accade quando, per qualsiasi motivo, non viene pagata una bolletta.
Se non si provvede a pagare la bolletta entro il termine di scadenza, il gestore ha diritto a recuperare il proprio credito.
- Per farlo, quest’ultimo, entro 10 giorni dalla scadenza della bolletta, invierà un sollecito di pagamento. In questa comunicazione devono essere indicati i riferimenti della bolletta non pagata, i canali disponibili per effettuare il pagamento o per contestare la bolletta e gli effetti per l’utente in caso di mancato pagamento (per esempio, l’attivazione delle procedure per la sospensione o la disattivazione della fornitura).
- Se la bolletta continua a non essere pagata, trascorsi almeno 25 giorni dalla scadenza della bolletta, il fornitore può inviare una comunicazione di costituzione in mora, cioè una comunicazione scritta, inviata dalla parte creditrice alla parte debitrice, in cui si evidenzia il mancato adempimento dell'obbligazione e si richiede il suo adempimento entro un termine stabilito. Anche in questo caso, la comunicazione deve includere i riferimenti alla bolletta non pagata e le eventuali conseguenze per il mancato pagamento della bolletta. Inoltre, deve contenere i chiarimenti e le indicazioni circa la possibilità di richiedere la rateizzazione del pagamento e i riferimenti ai canali disponibili per comunicare l’avvenuto pagamento o contestare la costituzione in mora.
Per quanto tempo conservare le ricevute di pagamento delle bollette
Conservare le ricevute di pagamento delle bollette è sempre una buona idea, dal momento che in questo modo ci si assicura sempre di avere una prova del pagamento nel caso in cui sorgano controversie o se si ha bisogno di documentazione per fini fiscali.
In merito al periodo di tempo durante il quale è consigliabile conservare le ricevute, basta regolarsi in base ai termini della prescrizione delle bollette che abbiamo analizzato in precedenza.
- Il consiglio, quindi, è continuare a custodire le ricevute di pagamento per 5 anni, quando queste sono state pagate entro il 1° gennaio del 2019.
- Se, invece, si fa riferimento a bollette pagate dopo tale data, è consigliabile continuare a conservare le ricevute di pagamento per almeno 2 anni.
È, inoltre, importante tenere le ricevute in un luogo sicuro e organizzato, ad esempio in una cartella o in un file dedicato, conservandole in base all’anno di riferimento. Quando si ha accesso alle bollette elettroniche o ai conti online, è anche possibile salvare copie digitali delle ricevute sul computer o su un'unità di archiviazione sicura.
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