Cos'è la biodiversità e perché è importante
Oggi la biodiversità è a rischio: specie animali e vegetali stanno rapidamente scomparendo a causa di attività umane poco sostenibili. Ma cos'è la biodiversità? Perché è importante? E cosa la sta mettendo a rischio? Ne parliamo in questa guida.
Biodiversità: significato
Utilizzato per la prima volta nel 1988 dall'entomologo americano E. O. Wilson, il termine biodiversità rappresenta la ricchezza di vita sulla terra. L’espressione si riferisce infatti a tutte le forme di vita presenti sul nostro pianeta e comprende la varietà di specie viventi (vegetali, animali, microbi), i rispettivi ecosistemi, le loro variazioni genetiche e interazioni.
Il significato di biodiversità non può prescindere dall’identificazione dei tre diversi livelli che la definiscono:
- La diversità genetica, ovvero la varietà genetica contenuta nei diversi individui di una stessa specie. Rappresenta tutte variazioni ereditabili e che si verificano come risultato di processi evolutivi in ogni organismo tra gli individui di una popolazione e tra le popolazioni all'interno di una stessa specie.
- La diversità specifica o tassonomica, che rappresenta le varietà di specie ma anche le relazioni tra loro all’interno di un determinato ecosistema.
- La diversità ecosistemica, che si riferisce alla diversità degli ambienti in cui la vita è presente (foresta, barriera corallina, deserto), alle funzioni delle specie, alle loro interazioni e alle reciproche influenze con l’ambiente circostante. La scomparsa di questi ambienti comporta il rischio di estinzione per le specie che vi abitano.
L’importanza di ogni tipo di biodiversità
Esistono diversi tipi di biodiversità: ognuna di esse è importante per l'equilibrio ecologico e la sostenibilità del Pianeta, e la loro conservazione è fondamentale per il benessere delle specie, inclusa quella umana.
- Biodiversità animale. La diversità genetica, che si è sviluppata nel mondo animale nel corso dei millenni, è straordinariamente vasta: tutelarla vuol dire fare in modo che la natura faccia il proprio corso senza l’intervento dell’attività umana. La sopravvivenza dell’equilibrio ecosistemico del nostro Pianeta dipende soprattutto dalle abitudini alimentari delle specie animali.
- Biodiversità umana. La biodiversità comprende anche la varietà culturale umana, ovvero tutti gli aspetti evolutivi e adattativi della specie umana, che può subire effetti negativi causati dagli stessi fattori che agiscono sulla biodiversità in altri campi.
- Biodiversità agricola. L’espressione si riferisce alla varietà genetica presente nelle piante che coltiviamo e negli animali che si allevano per il cibo e le fibre. Proteggere la biodiversità agricola significa adottare tecniche produttive sostenibili, in grado cioè di sfamare la popolazione e senza distruggere gli ecosistemi come oceani, foreste, praterie. L’agricoltura biologica svolge un ruolo fondamentale per difendere l’ambiente da uno sfruttamento selvaggio.
- Biodiversità marina. Identifica la varietà degli esseri viventi che popolano i nostri mari, gli oceani e le zone costiere. Comprende molte forme di vita: molluschi, crostacei, pesci, alghe, coralli, meduse e molte altre specie di piante e animali che popolano gli ambienti marini. La biodiversità marina è fondamentale per la sopravvivenza del nostro Pianeta, non solo perché fonte di sostentamento per molte popolazioni, ma anche per la sua funzione regolatrice del clima globale. Gli oceani assorbono infatti grandi quantità di CO2.
- Biodiversità vegetale. Rappresenta la base dell’agricoltura, è fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi e contribuisce alla salute e alla nutrizione di tutta la popolazione mondiale. È l'insieme della varietà di piante di un ecosistema, comprende le forme, i colori e i sapori vegetali tipici di un determinato ambiente. Tanto maggiori sono le specie che ne fanno parte, quanto più il sistema è in equilibrio. Tutelarla significa prendersi cura della qualità dell’aria e dell’acqua, e della fertilità dei suoli.
- Biodiversità alimentare. Si riferisce alla varietà di vegetali, animali e altri organismi che caratterizzano il cibo che mangiamo. Una biodiversità alimentare contribuisce a una dieta più sana ed equilibrata.
Perché la biodiversità è importante
Salvaguardare la biodiversità è fondamentale per garantire la continuità della vita dell’intero Pianeta: permette infatti alle specie, agli ecosistemi e alle popolazioni di adattarsi ai grandi cambiamenti riducendo così l’impatto dei pericoli naturali.
- Le diverse specie vegetali e animali forniscono risorse essenziali per la nostra sopravvivenza: basti pensare alle colture che consumiamo quotidianamente, come il riso, il grano e il mais, derivanti da specie selvatiche selezionate e coltivate per millenni.
- Ma le piante non svolgono solo un ruolo essenziale all’interno della catena alimentare del nostro Pianeta, producono anche parte dell’ossigeno di cui abbiamo bisogno, grazie al processo di fotosintesi. Gli alberi ad esempio migliorano la qualità dell’aria, la purificano e combattono l’inquinamento, oltre a fare da schermo contro il rumore.
- Piante e oceani sono i principali agenti per l’assorbimento delle emissioni di anidride carbonica.
- È bene precisare, infine, che più di un terzo delle colture agrarie e delle piante selvatiche – dalla frutta ai semi ai vegetali – non esisterebbe senza la presenza degli impollinatori (api, vespe, farfalle, mosche, uccelli), che trasportano il polline da un fiore all’altro consentendo la riproduzione delle piante. L’impollinazione è quindi alla base della sopravvivenza delle specie, del funzionamento degli ecosistemi e della fornitura di servizi per l’uomo altrimenti a rischio, come la produzione di alimenti, fibre e legname.
- La biodiversità ci assicura aria pulita, acqua, terreni di buona qualità e l’impollinazione delle coltivazioni.
- Ogni specie svolge un ruolo chiave all’interno dell’ecosistema in cui vive aiutandolo a mantenere un proprio equilibrio. E, poiché gli organismi viventi interagiscono tra loro, la scomparsa di una specie potrebbe avere conseguenze sull’intera catena alimentare.
- Un ambiente ricco e diversificato garantisce vita e prosperità a chi lo abita. Potremmo definire la biodiversità come la cartina di tornasole dello stato di salute del nostro Pianeta: un ecosistema in buona salute reagisce meglio a una malattia, a un disturbo o ai cambiamenti climatici. Il suo impoverimento invece ha conseguenze catastrofiche sulla società, l'economia e la salute umana. Ecco perché è importante prendersene cura e salvaguardarla.
Il declino della biodiversità e le sue cause
Nel 2019, tramite una relazione firmata da diversi scienziati, l’ONU lancia un allarme: quello del rischio di estinzione per un milione di specie (su un totale stimato di circa 8 milioni di specie che conosciamo), molte delle quali probabilmente destinate a scomparire nel giro di pochi decenni.
Per alcuni ricercatori la Terra starebbe addirittura andando incontro alla sesta estinzione di massa nella storia del Pianeta. Ci sono voluti 3,5 miliardi di anni di evoluzione per arrivare alla ricchezza di organismi viventi attualmente presenti, una situazione possibile grazie a un equilibrio in cui i tassi di formazione di nuove specie sono stati più alti di quelli di estinzione.
Oggi questo equilibrio è a rischio: l’estinzione delle specie avviene molto più rapidamente del normale, senza cioè la possibilità che possa essere ricompensata con la generazione di nuove popolazioni e specie.
I fattori alla base della perdita di biodiversità sono principalmente cinque.
- La distruzione e frammentazione degli habitat. Un habitat può essere distrutto da catastrofi naturali (come incendi, eruzioni, tsunami, alluvioni) o per attività umane condotte sul territorio in modo spregiudicato e selvaggio. È il caso ad esempio della distruzione della foresta tropicale per fare spazio a coltivazioni intensive di soia, canna da zucchero e palma da olio o per prelevare piante da usare nell’industria farmaceutica o cosmetica. Ma non c’è bisogno di andare così lontano per toccare con mano l’impoverimento della biodiversità: basta dare un’occhiata alle nostre metropoli, dove fette sempre più ampie di aree verdi (campagne, boschi) vengono sacrificate a vantaggio della costruzione di case, strade, aeroporti, parcheggi. Il consumo indiscriminato di suolo è una delle cause principali della perdita di habitat naturali. A sottolinearlo è l’ultimo rapporto pubblicato da Legambiente sullo stato di salute delle specie viventi (Biodiversità a rischio 2023), secondo il quale “il 95% del cibo che produciamo deriva dal suolo” e “ogni giorno si perdono in Europa 300 ettari di terreno”. Tassi di produzione sempre più elevati obbligano molte aziende agricole a usare pesticidi e fertilizzanti chimici per tenere il passo, ma così facendo si uccide la vita nel suolo. La maggior parte della deforestazione si concentra nei Paesi tropicali: i Paesi più colpiti sono Brasile, Indonesia e Congo.
- I cambiamenti climatici. La deforestazione, insieme all’uso di combustibili fossili, rilascia nell’atmosfera enormi quantità di gas-serra, responsabili del riscaldamento globale che, a sua volta, è un ulteriore fattore di perdita di biodiversità in termini di distribuzione delle specie e di mutamento dei cicli biologici. L’incremento di fenomeni climatici estremi (come uragani, allagamenti e siccità) a cui stiamo già assistendo, ha e continuerà ad avere gravi conseguenze sulla sicurezza alimentare e idrica di alcune popolazioni, soprattutto nelle piccole isole, in Africa, Asia, America centrale e meridionale e nell’Artico.
- L’inquinamento prodotto da pesticidi, fertilizzanti, prodotti chimici, scarichi industriali, automobili: è una delle forme più diffuse di impoverimento di un habitat naturale. Anche se la qualità dell’aria ha registrato un netto miglioramento negli ultimi dieci anni, la decrescita rimane comunque troppo lenta. E non va meglio per le acque di mari e oceani: metalli pesanti, plastiche, detergenti e scarti industriali uccidono le larve di insetti, pesci, anfibi e mammiferi marini. Il Mediterraneo, da sempre grande serbatoio di biodiversità, è il più compromesso per quanto riguarda la concentrazione di plastiche e microplastiche.
- L’introduzione di specie aliene ad opera di attività umane. L’immissione di specie in ecosistemi al di fuori del loro habitat naturale, rappresenta un pericolo; non tutte infatti riescono ad adattarsi ai nuovi ambienti, e quelle che ce la fanno diventano “invasive”. L’assenza dei loro predatori o parassiti naturali permette loro di proliferare indisturbate sottraendo risorse invece essenziali alle specie naturalmente presenti, oppure di cibarsene e alterarne l’habitat. Si stima ad esempio che il 20% circa dei casi di estinzione di uccelli e mammiferi sia stata causata dall’arrivo di animali introdotti dall’uomo.
- Il sovrasfruttamento delle risorse. Il sovrasfruttamento delle risorse si riferisce all'uso eccessivo o non sostenibile delle risorse naturali, come le piante, gli animali o i materiali presenti nell'ambiente. Questo accade quando la velocità a cui vengono prelevate o utilizzate supera la capacità del sistema naturale di rigenerarsi, portando a una diminuzione delle risorse disponibili nel tempo e a possibili danni agli ecosistemi. Caccia e pesca indiscriminate, ad esempio, possono aggravare ulteriormente la degradazione degli habitat. Conservare la biodiversità in questo caso vuol dire anche trattare in maniera sostenibile le risorse di cui disponiamo.
Proteggere la biodiversità è un dovere morale e un investimento nel futuro delle generazioni a venire. Solo attraverso azioni collettive di conservazione e sostenibilità possiamo garantire un ambiente sano e prospero per tutti.
Vuoi contribuire a salvaguardare il Pianeta?