Gli effetti dei cambiamenti climatici si stanno manifestando anche nel nostro Paese attraverso la desertificazione e una marcata siccità. Per contrastare questa situazione, sono state proposte diverse soluzioni, tra cui l'implementazione di impianti di dissalazione dell'acqua marina, che il governo sta prendendo in considerazione. In questo articolo proviamo a capire cosa sono, come funzionano e dove si trovano questi impianti in Italia.

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Dissalatore acqua marina: cos'è e come può contrastare la siccità

Dissalatore acqua marina: cos'è e come può contrastare la siccità

Gli effetti dei cambiamenti climatici si stanno manifestando anche nel nostro Paese attraverso la desertificazione e una marcata siccità. Per contrastare questa situazione, sono state proposte diverse soluzioni, tra cui l'implementazione di impianti di dissalazione dell'acqua marina, che il governo sta prendendo in considerazione. In questo articolo proviamo a capire cosa sono, come funzionano e dove si trovano questi impianti in Italia.

La necessità di affrontare il problema della siccità

Negli ultimi anni lo si è capito molto bene: è necessario affrontare il problema della siccità, che ormai è innegabilmente diventato un fenomeno preoccupante al Sud come al Nord.

E certo le azioni da mettere in campo nei prossimi anni sono tante: si va dalla manutenzione del sistema idrico al miglioramento della gestione dell'acqua a livello domestico, industriale e agricolo.

Si tratta di azioni fondamentali, ma non sufficienti per invertire la rotta nel breve periodo. Ed è proprio per questo motivo che in Italia si parla sempre più spesso di dissalazione dell'acqua del mare. Ma cos'è nel concreto un dissalatore d'acqua marina, e come funziona?

Dissalatore acqua marina: che cos'è?

Il dissalatore è un impianto che trasforma l'acqua marina in acqua dolce (ed eventualmente potabile). Esistono diversi tipi di strumenti per la dissalazione:

  • ce ne sono di molto piccoli, pensati per esempio per essere installati sulle imbarcazioni da diporto, per assicurare ai naviganti piccole ma importanti quantità di acqua dolce;
  • e ce ne sono di grandi e grandissimi, pensati per servire intere comunità.

Anche le tecnologie e i metodi impiegati per rendere dolce l'acqua di mare sono vari, ognuno con i suoi pro e con i suoi contro:

  • si va dalla distillazione dell'acqua di mare
  • fino ai dispositivi che basano il proprio funzionamento sul fenomeno dell'osmosi inversa.

Quest'ultima è la tecnica più utilizzata, in quanto – per ora – la più efficiente tra quelle possibili. In questi dispositivi l'acqua viene spinta ad alta pressione attraverso delle membrane, così da lasciar oltrepassare le molecole d'acqua e bloccare invece i sali.
Si tratta, va detto, di dispositivi molto costosi dal punto di vista del dispendio energetico: basti pensare che, per produrre 1 metro cubo di acqua dolce, è necessaria in media una quantità di energia elettrica che va tra gli 1,5 kWh e i 4 kWh.

Acqua del mare desalinizzata: una risorsa per molti Paesi

Impiegare una mole così importante di elettricità per produrre dell'acqua dolce può sembrare poco sensato. Ma la carenza d'acqua in questi ultimi anni è diventata sempre più diffusa, in Italia come in altri Paesi, tanto che il termine “desertificazione” non viene utilizzato più unicamente in ambito scientifico.

Davanti a questo fenomeno, non si può dimenticare che il 70% della superficie terrestre è ricoperta da mari e oceani, ovvero da quantità enormi di acqua salata che, se opportunamente trattata, può essere utilizzata di volta in volta per l'agricoltura, per l'igiene, per cucinare e per bere.

Non si tratta peraltro di un'idea particolarmente innovativa: in molti Paesi l'uso dei dissalatori di acqua marina è assolutamente normale. In Stati come gli Emirati Arabi Uniti, l'Australia e la Spagna, l'acqua desalinizzata copre percentuali importanti del consumo idrico quotidiano. Il Paese che produce in assoluto la più grande mole di acqua potabile dal mare è l'Arabia Saudita, la quale peraltro detiene anche il record per l'impianto dissalatore più grande al mondo: si parla in questo caso di 600 mila metri cubi di acqua potabile al giorno, per soddisfare il fabbisogno idrico di tutte le famiglie che vivono a Makkah Al Mukarramah e a Jeddah.

Dissalatori di acqua marina in Italia: dove sono gli impianti

Non stupisce, a questo punto, che anche in Italia i dissalatori di acqua marina vengano presi sempre più in seria considerazione.

Gli impianti attualmente esistenti sono circa 40, di dimensioni piccole e medie, e si trovano per la maggior parte nelle isole minori (come Ventotene, Ustica, Vulcano, Elba e Lampedusa).

La situazione sta però cambiando. A Taranto è prevista per esempio la costruzione del dissalatore d'acqua marina più grande del Paese, capace di produrre circa 55 mila metri cubi d'acqua dolce al giorno, mentre cresce l'interesse anche in altre regioni, a partire per esempio in Veneto e in Liguria.

Pro e contro dei dissalatori di acqua marina

Come abbiamo detto, i dissalatori d'acqua marina possono rappresentare una soluzione preziosa per affrontare il problema della scarsità d'acqua, ma presentano anche molti limiti, legati ai costi, all'energia impiegata e all'impatto ambientale, per questo non sempre sono bene accetti.

Proviamo a stilare una lista dei principali pro e contro di questa soluzione.

Vantaggi:

  • Risorsa idrica. La desalinizzazione offre una fonte alternativa di acqua potabile in aree con scarsità di acqua dolce, come regioni aride o isole remote, prevenendo potenziali crisi idriche.
  • Flessibilità geografica. I dissalatori consentono l'accesso all'acqua potabile anche in luoghi lontani dalle fonti di acqua dolce.
  • Controllo della qualità. La desalinizzazione consente un elevato controllo sulla qualità dell'acqua prodotta.

Svantaggi:

  • Costi elevati. Gli impianti di desalinizzazione richiedono investimenti significativi per la costruzione, l'installazione e il funzionamento.
  • Energia impiegata. La desalinizzazione richiede una quantità considerevole di energia elettrica.
  • Impatto ambientale. Il processo di desalinizzazione può influenzare l'ecosistema marino, produrre scarti potenzialmente dannosi e può contribuire alle emissioni di gas serra.
  • Tecnologia complessa. La manutenzione e la gestione degli impianti di desalinizzazione richiedono competenze tecniche specializzate e risorse adeguate.

In conclusione, la decisione di utilizzare degli impianti di dissalazione per contrastare l’emergenza idrica dovrebbe essere basata su un'analisi attenta dei pro e dei contro, tenendo conto delle esigenze locali, delle risorse disponibili e degli impatti a lungo termine sull’ambiente.

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